Cardiologia interventistica, un approccio globale e innovativo per la salute delle arterie
Le malattie cardiovascolari, come l’aterosclerosi e la coronaropatia, non colpiscono mai un solo distretto, trattandosi di patologie sistemiche che coinvolgono simultaneamente più aree, interessando le arterie del cervello, del cuore e quelle periferiche. Ancor più in questo contesto la figura del cardiologo interventista è fondamentale. Lo confermano i quasi 20 anni di esperienza del dottor Riccardo Turri, attivo presso l’Ospedale di Piove di Sacco (Padova), con uno studio privato a Mirano (Venezia) e disponibile a visite anche presso diverse strutture accreditate della zona. “Il mio approccio - spiega - è a 360 gradi: mi occupo del trattamento delle arterie di tutto il corpo, valutando l’intero sistema vascolare.
Negli ultimi anni la cardiologia interventistica ha vissuto progressi significativi grazie all’avanzamento tecnologico: “Oggi - prosegue infatti lo specialista - ricorriamo a interventi mininvasivi, eseguiti in anestesia locale: mediante un piccolo accesso all’inguine o al polso inseriamo cateteri di dimensioni ridotte per poi, con l’ausilio di raggi X e di mezzo di contrasto, osservare l’interno delle arterie. Per dilatare il restringimento, negli stessi cateteri possiamo inserire delle guide, dei palloncini o delle retine metalliche (stent), che sono sempre più sottili ed efficaci, evitando così nuovi restringimenti dopo l’intervento”.
“Accanto a tutto questo - prosegue l’esperto - mediante l’intelligenza artificiale è possibile valutare ancora più accuratamente non solo l’entità del restringimento delle arterie, ma anche prevedere il rischio di evoluzione a infarto. Inoltre, le ultime tecnologie hanno permesso di ridurre la quantità di raggi X utilizzata durante l’intervento, garantendo una maggiore sicurezza per pazienti, medici e infermieri”.
Negli ultimi 10 anni il dottor Turri si è specializzato negli interventi mininvasivi: “Durante il trattamento - sottolinea - spiego al paziente ogni passaggio: la relazione umana è sempre una parte centrale nella cura”.