Le ultime e più efficaci tecnologie applicate in neurochirurgia
Si tratta di strumenti performanti che consentono interventi mininvasivi: per il professor Carmelo Sturiale, al Bellaria di Bologna, una certezza quotidiana
Microscopi operatori, endoscopi, neuronavigatori e dispositivi per il monitoraggio neurofisiologico intraoperatorio sono innovazioni tecnologiche che hanno rivoluzionato la neurochirurgia, “strumenti sempre più performanti ed efficaci, costantemente ammodernati e perfezionati, che determinano risultati non prevedibili in precedenza”, spiega il professor Carmelo Sturiale, direttore della Neurochirurgia dell’Ospedale Bellaria di Bologna. Una realtà che, con oltre 2 mila interventi l’anno e un 25% di attrattività da fuori regione, si conferma un riferimento che tratta, negli adulti e nei bambini, la totalità delle patologie neurochirurgiche come tumori benigni e maligni del sistema nervoso centrale, del midollo spinale e dei nervi, aneurismi e malformazioni artero-venose del sistema nervoso centrale, conflitti neuro-vascolari, tumori dell’ipofisi. Grazie alla tecnologia si opera minimizzando eventuali deficit neurologici, con tecniche meno invasive e sedute più brevi, a vantaggio dei pazienti.
“Con i microscopi operatori interveniamo sui tumori al cervello in maniera molto più cauta e precisa”, spiega il professor Sturiale. “Utilizzando il principio attivo 5-ALA si determina una fluorescenza che permette di distinguere il tessuto tumorale dal tessuto cerebrale sano, e questo consente una resezione precisa e completa, che sappiamo essere collegata all’uscita dalla patologia, alla durata e alla qualità di vita del paziente. Attraverso la neurochirurgia endoscopica navigata, eseguita con l’endoscopio ad accesso per via nasale e il neuronavigatore che permette di ricostruire e rappresentare in tempo reale la mappatura della zona cerebrale interessata, raggiungiamo il tumore in modo sicuro e senza incisioni visibili, mettendo in atto una procedura mini-invasiva. A questo si aggiunge il monitoraggio neurofisiologico intraoperatorio, con il quale controlliamo il flusso ematico nei vasi per avere la sicurezza di non interferire sulla circolazione sanguigna dell’area, evitando danni ischemici. Innovazioni che permettono - conclude il professor Sturiale - di operare sulle difficili e insidiose patologie neurochirurghe in maniera misurabile e più efficace”.
BOLOGNA