Preservare la fertilità con il social freezing
Il Centro Palmer di Reggio Emilia all’avanguardia nella crioconservazione degli ovociti
Il social freezing è una terapia di prevenzione dell’infertilità futura. Consiste nella crioconservazione dei gameti femminili (ovociti) in azoto liquido a -196 gradi per poter essere utilizzati negli anni successivi attraverso le tecniche di Procreazione Medicalmente Assistita.
La scelta delle donne di crioconservare ovociti, che anni fa veniva indicata nelle condizioni economiche e nel carrierismo, vede oggi come prime cause la mancanza di un partner o di una relazione stabile. Il suggerimento di crioconservare ovociti, da parte del medico, viene dato nei casi di malattie oncologiche che richiedono chemio o radioterapie, interventi chirurgici sugli annessi che potrebbero rendere irreversibile la capacità produttiva, la scoperta di una familiarità per menopausa precoce. Attualmente ci riferisce la dottoressa Maria Grazia Torelli, direttore sanitario e ginecologa, afferisce al Centro per la ricerca di un figlio un numero sempre maggiore di donne di età compresa tra i 36 e i 38 anni. La loro riserva ovarica è spesso ridotta e la risposta alle terapie ormonali da effettuarsi per il recupero ovocitario è scarsa.
I dati Istat mostrano una forte recessione demografica con il 45% delle donne tra i 18 e i 45 anni che non hanno ancora avuto figli.
“I numeri dimostrano che spesso - spiega il dottor Luigi Muzii, biologo e responsabile del Laboratorio di Fecondazione Assistita - si pensa a una maternità quando l’orologio biologico è in fase avanzata”. A questo si può ovviare con la fecondazione eterologa, con ovociti di donatrice, ma anche con la prevenzione, sensibilizzando le donne più giovani che non hanno intenzione di procreare nell’immediato, a crioconservare gli ovociti.
Purtroppo, i numeri sono ancora bassi rispetto alla reale esigenza: al Centro Palmer in media sono tra le 10 e le 15 pazienti l’anno che seguono questo percorso. Servirebbero campagne di informazione anche a livello ministeriale volte a sviluppare una maggiore sensibilità sull’argomento.
“Il vantaggio di questa tecnica - conclude la dottoressa Torelli - è che le percentuali di gravidanza che si ottengono rimangono quelle dell’età in cui la paziente ha crioconservato i propri ovociti”.
Reggio Emilia
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